In occasione della 79esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in una nota congiunta con altre ONG, chiediamo aiuti concreti per lo Yemen

Mentre gli Stati membri si preparano a partecipare a settembre, a New York, all’Assemblea generale delle Nazioni Unite (che comprende anche il dibattito generale sul tema “Non lasciare indietro nessuno: agire insieme per il progresso della pace, dello sviluppo sostenibile e della dignità umana per le generazioni presenti e future”), la situazione umanitaria per la popolazione dello Yemen rimane drammatica.

Dopo quasi un decennio di conflitto, oltre 18 milioni di persone vivono in condizioni di insicurezza alimentare in Yemen, di cui circa 2,6 milioni rischiano di scivolare ulteriormente in condizioni di emergenza (fase 4 dell’IPC) o peggio. La situazione è ancora più preoccupante perché il programma di assistenza alimentare generale del WFP è stato sospeso per almeno nove mesi. I finanziamenti umanitari hanno subito un forte calo, con il Piano di risposta umanitaria attualmente finanziato a meno del 28%. Si tratta del livello di finanziamento più basso dall’inizio dell’assistenza umanitaria coordinata in Yemen, con 1 miliardo di dollari in meno rispetto al 2023, nonostante il fabbisogno complessivo del piano di risposta umanitaria rispetto al 2023 sia stato ridotto di quasi il 40%.
Tra le persone colpite ci sono 4,5 milioni di yemeniti che continuano a vivere in condizioni di sfollamento.

Il Paese soffre anche di disastri legati al clima, come le recenti inondazioni che hanno colpito oltre 56.000 famiglie in 20 governatorati e sfollato oltre 1.000 famiglie. L’epidemia di colera, con oltre 172.000 casi di diarrea acuta e sospetto colera, e 668 decessi associati, segnalati dall’UNICEF dall’ottobre 2023, con proiezioni che indicano ulteriori aumenti, è una vivida illustrazione delle continue sfide umanitarie su larga scala. A ciò si aggiunge l’inadeguato accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici, nonché la carenza dei sistemi di smaltimento dei rifiuti.

Inoltre, secondo l’ultima analisi della malnutrizione acuta dell’IPC, il numero di bambini sotto i cinque anni che soffrono di malnutrizione acuta, o deperimento, è aumentato del 34% rispetto al 2023 nelle aree controllate dal governo riconosciuto a livello internazionale (IRG), colpendo oltre 600.000 bambini, tra cui quasi 120.000 bambini gravemente malnutriti. Si prevede che questi numeri siano ancora più alti nei governatorati settentrionali, dove risiede circa il 70% della popolazione, ma non sono state effettuate valutazioni a causa delle restrizioni di accesso. L’epidemia di colera in un simile contesto comporta un chiaro rischio di alti tassi di mortalità tra i bambini. Inoltre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha segnalato 33 nuovi casi di poliomielite in Yemen dall’inizio del 2024, poiché il sistema sanitario continua ad affrontare sfide, tra cui impedimenti alle campagne di vaccinazione.
Lo Yemen ospita anche quasi 72.000 rifugiati e richiedenti asilo e riceve migliaia di migranti dall’Etiopia e dalla Somalia, molti dei quali muoiono nel pericoloso viaggio attraverso il Corno d’Africa. Insieme a migliaia di yemeniti, affrontano il rischio della presenza di ordigni inesplosi, poiché lo Yemen ha uno dei tassi più alti al mondo di contaminazione da mine terrestri e altri esplosivi mortali.

Con il perdurare della crisi economica in Yemen, con la svalutazione della moneta locale e le scarse opportunità di reddito, i civili yemeniti subiscono le gravi conseguenze dell’aumento del costo dei beni di prima necessità. La debolezza dei servizi pubblici continua a rappresentare una sfida e, sebbene gli investimenti economici e di sviluppo siano disperatamente necessari per creare stabilità e aumentare le possibilità della popolazione yemenita di riacquistare la propria dignità economica, lo Yemen ha visto investimenti minimi e i fragili guadagni ottenuti negli ultimi anni rischiano di andare perduti.

Ad aggravare questa complessità, le agenzie umanitarie continuano a subire un’immensa pressione in tutto il Paese, con ostacoli all’accesso e alla risposta umanitaria, tra cui impedimenti burocratici, restrizioni al movimento del personale nazionale femminile e interferenze nei processi e nelle procedure organizzative interne. La recente ondata di detenzioni di operatori umanitari nazionali nel nord dello Yemen è particolarmente preoccupante. Per sostenere milioni di persone bisognose, il personale umanitario deve poter svolgere il proprio lavoro in un ambiente sicuro, senza temere detenzioni, intimidazioni o violenze, in linea con il diritto internazionale umanitario.

La recente escalation regionale delle ostilità che ha colpito il porto di Hodeidah, l’ancora di salvezza logistica fondamentale per l’ingresso di cibo essenziale, carburante e altri beni, nonché l’80% dell’assistenza umanitaria alla popolazione dello Yemen settentrionale, evidenzia l’impatto potenzialmente disastroso dell’escalation regionale della guerra a Gaza. La comunità umanitaria è estremamente preoccupata per queste escalation e per la conseguente politicizzazione degli aiuti.

L’assistenza umanitaria in Yemen deve essere chiaramente basata sui bisogni umanitari identificati, in linea con i principi umanitari e completamente slegata dalle recenti escalation.

Tuttavia, non ci sono solo cattive notizie in Yemen. Diverse strade all’interno del Paese sono state riaperte, i voli commerciali internazionali sono ripresi qualche mese fa e il porto di Hodeidah rimane pienamente operativo: tutti elementi essenziali per migliorare la vita degli yemeniti e direttamente rilevanti per la capacità degli operatori umanitari di rimanere e fornire aiuti alla popolazione più vulnerabile dello Yemen. È inoltre importante sottolineare che, nonostante le numerose sfide che si sono susseguite nell’ultimo decennio, tutte le organizzazioni umanitarie hanno dimostrato un’incredibile capacità di recupero e sono sempre riuscite a superare con successo le sfide e a fornire aiuti umanitari di grande impatto sia nel nord che nel sud del Paese. Continuiamo a farlo e manteniamo il nostro massimo impegno per ridurre le sofferenze fornendo assistenza alle persone più vulnerabili dello Yemen, in linea con i principi umanitari di umanità, imparzialità, indipendenza e neutralità.

Tuttavia, per consentire un’efficace implementazione degli aiuti, la risposta umanitaria deve urgentemente superare la grave riduzione dei finanziamenti, che è diventata un ostacolo importante per la risposta e fa temere che lo Yemen possa andare verso l’ennesima crisi umanitaria dimenticata.

Noi sottoscritti, ONG internazionali della comunità umanitaria e di sviluppo dello Yemen, ci appelliamo agli Stati membri con le seguenti richieste:

  • Tutto il personale umanitario detenuto dovrebbe essere rilasciato immediatamente e senza condizioni, e nel frattempo i loro parenti e i loro cari dovrebbero avere accesso alle visite. Chiediamo agli Stati membri di sostenere gli sforzi negoziali per il loro rilascio.
  • È necessario aumentare urgentemente l’assistenza umanitaria, soprattutto a fronte dei casi di colera, dell’aumento della malnutrizione, dell’insicurezza alimentare su larga scala e delle recenti inondazioni, per evitare una catastrofe umanitaria più grave che potrebbe costringere milioni di persone ad affrontare la fame e la morte, con donne, bambini e anziani particolarmente a rischio. A tal fine, è necessario fornire alla comunità umanitaria finanziamenti umanitari urgenti, flessibili e di qualità, per sostenere un’assistenza umanitaria basata sulle necessità, in linea con i principi umanitari fondamentali e libera da agende politiche.
  • I donatori internazionali dovrebbero fornire finanziamenti umanitari legati al clima per sostenere la resilienza delle comunità e contrastare il forte impatto delle emergenze climatiche in Yemen.
  • Per sostenere gli sforzi di mobilitazione delle risorse per l’assistenza umanitaria in Yemen, dovrebbe essere ristabilito un evento annuale dedicato alle donazioni per lo Yemen.
  • L’ assistenza umanitaria, soprattutto dopo quasi un decennio di crisi in Yemen, deve essere integrata con l’aumento degli investimenti per lo sviluppo nello Yemen, per promuovere la stabilità economica e soluzioni durature per gli sfollati interni, e deve essere collegata a un miglioramento dell’accesso umanitario e libera da interferenze operative da parte delle autorità.
  • L’escalation del conflitto regionale, con effetti a catena visti in contesti interconnessi come lo Yemen, potrebbe portare a un livello di catastrofe umanitaria senza precedenti in tutta la regione. La comunità umanitaria chiede un cessate il fuoco immediato e duraturo a Gaza e sollecita una de-escalation delle tensioni regionali per evitare un’ulteriore destabilizzazione.

 


Firme:

Action For Humanity International / CARE / Caritas Poland / Danish Refugee Council / Dorcas Aid International / FHI 360 / Humanity Inclusion – Handicap International / International Rescue Committee / INTERSOS / MSIY (Marie Stopes International Yemen) / Mercy Corps / Norwegian Refugee Council / OXFAM / Save the Children International / Triangle Generation Humanitaire / War Child Alliance / ZOA