PAGELLA IN TASCA

Canali di studio per minori rifugiati

Il progetto “PAGELLA IN TASCA – Canali di studio per minori rifugiati” è un progetto pilota, promosso da INTERSOS in collaborazione con l’UNHCR, il Comune di Torino e altri partner, che ha l’obiettivo di sperimentare un nuovo canale di ingresso regolare e sicuro affinché i minori non accompagnati rifugiati possano avere l’opportunità di venire in Italia senza dover rischiare la vita su un barcone nel Mediterraneo

Si tratta della prima sperimentazione a livello internazionale di un complementary pathway per minori non accompagnati, fortemente innovativo rispetto ai canali di ingresso ad oggi attivi come i corridoi umanitari, in quanto:

  • è dedicato specificamente alla protezione dei minori non accompagnati, attualmente esclusi dai corridoi umanitari da paesi extra-UE e dalla maggior parte degli altri canali di ingresso;
  • è finalizzato alla promozione del diritto allo studio ed è fondato sul rilascio di un visto di ingresso per studio non universitario, previsto dalla legge italiana per minorenni tra i 15 e i 17 anni, ma ad oggi mai utilizzato per promuovere l’ingresso di minori rifugiati;
  • prevede che i ragazzi vengano accolti da famiglie affidatarie, a differenza di quanto accade alla quasi totalità dei minori non accompagnati presenti in Italia, che sono accolti in strutture per minori: si tratta di un meccanismo di community sponsorship, che prevede, al fianco delle famiglie, anche il coinvolgimento di organizzazioni del privato sociale, con un ruolo centrale dei Comuni e delle scuole.

Al progetto, realizzato tra il 2020 e il 2024, hanno partecipato nove minori non accompagnati di età compresa tra i 16 e i 17 anni. Sono tutti minori sudanesi, fuggiti da soli dalle violenze in Darfur verso la Libia, dove hanno subito maltrattamenti e sfruttamento. Hanno poi cercato rifugio in Niger, Paese che si colloca tra gli ultimi al mondo nell’Indice di sviluppo umano e che non offre loro opportunità di studio e di futuro.  

“Sono partito dal mio Paese, il Sudan, sono andato in Libia e sono stato lì per circa un anno, lì vivevo male, ho trovato delle persone che mi hanno aiutato ad arrivare in Niger, perché non avevo neanche i soldi, ero minorenne… Ero felicissimo perché se venivo qui in Italia avrò sicuramente un futuro migliore”

Ala Addine, 19 anni

I partecipanti al progetto i sono stati individuati dallo staff di INTERSOS e UNHCR operativo in Niger, sulla base di alcuni criteri, tra cui la motivazione allo studio.

Per ciascuno di questi minori, INTERSOS ha richiesto un visto di ingresso per studio,  dimostrando i requisiti previsti dalla legge, quali l’iscrizione in una scuola italiana e le garanzie di accoglienza e protezione in Italia. 

I primi 5 minori non accompagnati sono arrivati a Torino a ottobre 2021, mentre il secondo gruppo, composto da 4 ragazzi, è giunto in Italia a ottobre 2022.

Tutti i minori sono stati  accolti da famiglie affidatarie, che si sono impegnate a prendersi cura di loro e ad accompagnarli nel percorso di studio e di inclusione sociale,. Le famiglie sono state selezionate e formate da INTERSOS, in stretta collaborazione con i servizi sociali dei Comuni di Torino e Asti, che ne hanno valutato l’idoneità all’affidamento familiare.

“Vengo dal Sudan. Ero un rifugiato in Niger e là mi hanno chiesto se volevo andare a studiare in un altro Paese… e dopo qualche mese mi hanno detto “Sei stato scelto per andare a studiare in Italia con il progetto “Pagella in tasca” e io ero molto contento! Poi siamo arrivati a Torino, nel 2022. All’inizio è stato difficile, non conosci la lingua, non conosci nessuno… poi piano piano è iniziato tutto a migliorare, a conoscere le persone, a fare amicizie… Con la famiglia mi trovo benissimo. Guardiamo i film, la partita, abbiamo fatto dei viaggi, in Toscana, a Roma… Se tu capisci loro e loro capiscono te, è come se fossi a casa tua!”

Mahyadine, 19 anni

Presto si sono sviluppate relazioni affettive tra i ragazzi e gli affidatari. I minori che erano in contatto con i familiari rimasti in Sudan hanno voluto far conoscere i genitori e gli affidatari attraverso videochiamate che hanno visto momenti commoventi fatti di sguardi e di sorrisi, oltre che la condivisione di alcune scelte importanti per la vita dei ragazzi.

Le famiglie affidatarie hanno saputo costruire relazioni educative molto positive ed efficaci con i minori affidati, nonostante le differenze culturali. 

L’accoglienza in famiglia ha rappresentato un’esperienza molto positiva per i ragazzi, che hanno affermato di sentirsi a casa e di aver imparato l’italiano e i modi in cui si vive in Italia molto più in fretta che stando in comunità. 

“C’è stata pazienza e ascolto da parte di entrambi, nostra e sua, siamo tutti cambiati, abbiamo modificato i nostri atteggiamenti e le nostre relazioni, ci ha aiutato a evidenziare i nostri limiti e a migliorare, anche come famiglia”

Monica, affidataria di Turky

Il progetto ha previsto la garanzia di una borsa di studio per ciascun minore per  un anno, a copertura dei costi di sostentamento, e il supporto ai minori e alle famiglie affidatarie da parte di specifiche figure professionali (educatore, mediatore culturale, avvocato e psicologo).

I ragazzi hanno frequentato la scuola nei CPIA (Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti) e, dopo aver conseguito la licenza media, hanno proseguito il loro percorso di istruzione e formazione nella scuola secondaria superiore, nella formazione professionale o nell’ambito di tirocini formativi. 

Al termine dei 12 mesi di borsa di studio, i ragazzi sono stati inseriti all’interno dei progetti SAI del Comune di Torino e del Comune di Asti , restando presso le stesse famiglie affidatarie. Al compimento della maggiore età, il Tribunale per i minorenni ha disposto la prosecuzione dell’affidamento dei ragazzi fino all’età di 21 anni, consentendo così la continuazione dei loro progetti di studio, formazione e inclusione.

Il progetto è stato inserito tra le good practices nell’ambito del Global Compact on Refugees promosso dalle Nazioni Unite.

Le storie

Mahyadine è arrivato a Torino nel 2022, ed è stato accolto da Wanda, suo marito e i loro tre figli. Dopo aver conseguito il diploma di scuola media, Mahyadine sta frequentando un corso di formazione triennale relativo alla lavorazione del legno. Non è sicuro di poter frequentare anche il quarto anno opzionale, perché per aiutare la sua famiglia ha bisogno di lavorare. Dopo il corso, vuole trovare un lavoro, una casa e portare in Italia i suoi fratelli e i suoi genitori, che gli mancano molto.

Turky è nato in Darfur, durante la guerra che ha insanguinato quella regione provocando centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi. Quando non aveva ancora 10 anni, è scappato dal Sudan in Libia per salvarsi dagli attacchi delle milizie janjaweed. Dopo esser stato separato dalla mamma in Libia, è fuggito in Algeria e successivamente in Niger. Ha vissuto per quasi due anni in un campo per rifugiati ad Agadez, in mezzo al deserto, in condizioni materiali durissime e senza alcuna opportunità di studio né di inclusione sociale. Nel 2021 è stato inserito nel progetto “Pagella in tasca” ed è partito in aereo verso l’Italia. Dopo un breve periodo in comunità, è stato accolto da Monica e Marco e dalle loro due figlie, vicino a Torino. Oggi sta finendo l’ultimo anno di liceo e il prossimo anno vorrebbe iscriversi a Ingegneria aerospaziale. 

Ala Adine, arrivato in Italia nel 2022, ha trovato casa presso la famiglia di Davide, sua moglie Beatrice e le loro due figlie, Francesca e Chiara. Attualmente sta seguendo un corso di meccanica industriale e sta acquisendo le competenze tecniche per eccellere in questo campo.

Oltre agli studi, Ala Adine sta anche esplorando la sua creatività attraverso il disegno e la fotografia. Recentemente ha preso la patente ed è orgoglioso di potersi muovere in autonomia e accompagnare gli amici. 

Il progetto “PAGELLA IN TASCA – Canali di studio per minori rifugiati” è promosso da INTERSOS, in partenariato con UNHCR Agenzia ONU per i rifugiati, il Comune di Torino, l’Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi di Torino, la Rete CPIA Piemonte, la cooperativa Terremondo, le associazioni ASAI, Mosaico – Azioni per i rifugiati e Frantz Fanon.

Nel  2021, è stato firmato un Protocollo d’intesa nazionale che vede tra i firmatari, oltre ai partner del progetto, anche il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero dell’Interno e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. 

Il progetto è stato realizzato con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana (nell’ambito della Campagna “Liberi di partire, liberi di restare” – Fondi 8 per mille Chiesa Cattolica), della Fondazione Migrantes, di Acri (nell’ambito del Progetto “Migranti”), della Fondazione Compagnia di San Paolo e del European Union’s Asylum, Migration and Integration Fund  (nell’ambito del progetto COMETCOMplementary pathways nETwork).