Libano, aiutiamo la popolazione travolta dalla guerra
Gli attacchi indiscriminati contro la popolazione e le infrastrutture civili libanesi stanno causando migliaia di vittime e oltre 1 milione di sfollati. INTERSOS sta fornendo assistenza umanitaria urgente alle persone colpite, compresi i rifugiati siriani, riabilitando i centri di accoglienza, distribuendo beni di prima necessità e fornendo supporto psicologico.
Dall’ottobre 2023, il conflitto in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati si è rapidamente esteso ad altri Paesi del Medio Oriente, in particolare al Libano. Gli scambi di fuoco tra le forze Israeliane e Hezbollah e altri gruppi armati al confine meridionale del Paese si sono susseguiti quotidianamente per mesi finché, a partire dalla fine di settembre, i bombardamenti israeliani si sono drammaticamente intensificati nel Sud e nell’Est del Libano, allargandosi ad altre aree del Paese precedentemente non coinvolte dalla violenza e colpendo aree densamente popolate.
Gli attacchi israeliani in Libano hanno ucciso oltre 3.000 persone dall’8 ottobre 2023 e costretto allo sfollamento circa 1,3 milioni di persone, sia all’interno del Libano che nei Paesi limitrofi.
Continuiamo a denunciare violazioni del diritto internazionale umanitario da parte delle forze armate israeliane nel Paese: attacchi indiscriminati contro i civili e le infrastrutture civili, l’uso di armi esplosive in aree densamente popolate, avvisi di evacuazione inadeguati e ordini di sfollamento di massa per interi villaggi, che sono insufficienti, inadeguati e quasi impossibili da rispettare. Il 25% del territorio libanese è attualmente sottoposto a ordini di sfollamento israeliani.
Gli attacchi prendono di mira anche strutture e personale sanitario: secondo il Ministero della Sanità pubblica libanese, gli attacchi israeliani hanno ucciso almeno 163 operatori sanitari e soccorritori in tutto il Libano nell’ultimo anno e hanno danneggiato 158 ambulanze e 55 ospedali. Alcuni ospedali nelle zone di conflitto poi hanno subito danni strutturali e diversi di questi sono parzialmente o del tutto non funzionanti.
Il conflitto in corso sta compromettendo gravemente anche l’accesso all’istruzione, con almeno il 60% delle scuole pubbliche adibite a rifugi e quasi 400 scuole chiuse a causa dell’insicurezza o dei danni agli edifici.
Con il perdurare della guerra, lo sfollamento si sta protraendo e, poiché le soluzioni di accoglienza disponibili non sono sufficienti o economicamente sostenibili per tutti i rifugiati siriani e i libanesi vulnerabili, le persone si trovano costrette ad accamparsi sui marciapiedi e negli spazi pubblici e continuano ad arrivare notizie di persone che tornano alle loro case nelle aree a rischio.
La popolazione sfollata ha bisogno di alloggi adeguati, cibo, acqua, accesso alle cure mediche e a servizi igienico-sanitari adeguati, oltre che di carburante per garantire l’elettricità ai rifugi collettivi e agli impianti che forniscono l’acqua. Il sovraffollamento nei luoghi di accoglienza e la mancanza di un’adeguata suddivisione degli spazi e di servizi igienici dedicati, comportano per donne e bambini un alto rischio di subire abusi e violenza sessuale. Allo stesso tempo, le carenze igienico-sanitarie e l’accesso limitato agli articoli per l’igiene potrebbero portare alla diffusione di malattie.
L’intervento di INTERSOS
INTERSOS è intervenuta per sostenere la popolazione fin dai primi giorni della crisi. Con il precipitare degli eventi alla fine di settembre, i nostri team, compresi gli operatori sfollati, si sono immediatamente mobilitati per assistere le centinaia di migliaia di persone in fuga.
Abbiamo iniziato da subito a lavorare in diversi rifugi collettivi nell’area di Beirut e Mount Lebanon, nella Bekaa, nel Nord e nel Sud del Paese, per renderli idonei ad accogliere le persone sfollate e distribuiamo kit igienici e beni essenziali alle persone accolte nei rifugi collettivi. Ad oggi attraverso la riabilitazione dei rifugi collettivi abbiamo garantito un alloggio adeguato a circa 2mila persone. Abbiamo inoltre distribuito kit igienici a 4.700 persone e beni essenziali a 4.400 persone.
Per sostenere le persone rimaste fuori dagli alloggi collettivi, stiamo offrendo un supporto in denaro a 11.800 per far fronte alle necessità più immediate e stiamo lavorando per avviare delle distribuzioni di materassi e coperte in coordinamento con il il Comune di Tripoli.
Stiamo inoltre conducendo attività di primo soccorso psicologico e attività ricreative per i bambini sfollati che, secondo quanto riporta UNICEF, sono attualmente oltre 350 mila.
Stiamo monitorando i bisogni della popolazione siriana rifugiata che è sfollata in strada o che ha deciso di rimanere nelle aree attualmente non sicure e stiamo continuando a supportare da remoto i casi più vulnerabili che seguivamo a Tiro prima che la situazione di sicurezza nel Paese degenerasse.
Infine, il nostro team legale sta fornendo consulenze telefoniche ai libanesi, siriani e apolidi che contattano le linee dedicate e stanno distribuendo documenti legali.
27.500
persone assistite
11.800
persone hanno ricevuto denaro per far fronte all’emenrgenza
4.700
persone hanno ricevuto kit igienici
4.400
persone hanno ricevuto beni di prima necessità