Dopo l’esplosione a Beirut, il 4 agosto 2020, che ha causato più di 200 vittime, oltre 7.000 feriti e circa 300.000 persone sfollate, INTERSOS ha attivato fin da subito un programma di intervento rapido per rispondere all’emergenza.

 

Cosa resta dopo l’esplosione a Beirut

 

Quel martedì una doppia e potente esplosione ha devastato il porto di Beirut, in Libano, e tutta l’area circostante. Le ferite della città appaiono prepotentemente alla vista; nei quartieri più colpiti come Karm el Zeytoun, Karantina, Bourj Hammoud, Geitawi e Nabaa si contano danni strutturali per 200 mila abitazioni, 40 mila edifici danneggiati, 15 mila attività produttive paralizzate dalle conseguenze economiche della devastazione, tre ospedali inagibili e 178 scuole colpite.

 

Questi numeri si sommano alla cifra già imponente di persone coinvolte; più di 500.000 sono i libanesi, i rifugiati siriani e lavoratori migranti rimasti senza casa, senza lavoro, senza risorse economiche per riuscire a sopravvivere. INTERSOS, presente nel paese dal 2006, ha attivato sin da subito un programma di intervento in emergenza per rispondere agli impellenti bisogni della popolazione distribuendo beni di prima necessità, e garantendo sostegno psicosociale e supporto economico per la ripartenza, prendendo in carico le persone più vulnerabili tra chi aveva perso tutto a causa dell’esplosione.

 

Come INTERSOS ha aiutato chi ha perso tutto nell’esplosione a Beirut

 

In cinque mesi, INTERSOS ha ampliato il raggio della sua azione umanitaria, bussando porta per porta, parlando con le famiglie per ascoltarne le necessità e avviando risposte immediate anche legate a ciò che più di tutto è simbolo di protezione e rifugio: la casa. Una squadra di emergenza ha iniziato così le attività di sopralluogo, analisi e valutazione dei danni strutturali per poi dare inizio alla riabilitazione e riparazione di oltre 650 unità abitative, raggiungendo così circa 3.300 persone.

 

Il supporto economico alla ricostruzione di una casa diviene di fondamentale importanza se vivi in una città e in un Paese in piena crisi economica, dove la povertà è aumentata drasticamente in un anno, passando dal 28% del 2019 al 55% nel maggio 2020. Secondo le ultime stime del Fondo Monetario Internazionale, per il 2021 si prevede una variazione del PIL a -25%.

 

Operatori e operatrici di INTERSOS hanno potuto osservare da vicino i traumi di chi quel 4 agosto ha perso ogni cosa, di chi porta ancora ferite e cicatrici, fisiche e psicologiche. Una parte dell’unità intervenuta sull’emergenza, si è occupata di affiancare queste persone attraverso il sostegno psicologico e psicosociale, assicurando assistenza e servizi di protezione ma anche assistenza legale alle persone più vulnerabili. Nel mese di dicembre è stata fornita assistenza multifunzionale in denaro a 185 famiglie, tra le più colpite dall’esplosione.

 

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