IRAQ

L’INTERVENTO DI INTERSOS

 

Già dalla prima settimana di marzo i team medici di INTERSOS hanno avviato, nelle 10 strutture sanitarie che supportiamo a Ba’aj e Telafar, attività di formazione  per la prevenzione e il trattamento del COVID-19, rivolte allo staff medico degli ospedali e allo staff di altre organizzazioni. All’inizio di aprile abbiamo inoltre consegnato materiale medico essenziale a entrambe le strutture sanitarie. Abbiamo formato del personale sanitario volontario all’interno delle comunità sulla comunicazione del rischio relativo al COVID-19 al fine di raggiungere i beneficiari sia all’interno delle strutture sanitarie che nelle comunità. I volontari, mantenendo la distanza fisica necessaria, distribuiscono un opuscolo informativo con le misure preventive di base e raccolgono i contatti dei beneficiari per contattarli telefonicamente e fornire sessioni di sensibilizzazione più dettagliate. Nel caso in cui un beneficiario presenti dei sintomi riconducibili al COVID-19, abbiamo messo in piedi un sistema di segnalazione e invio alla struttura sanitaria più vicina disponibile, mantenendo comunque un monitoraggio da parte del nostro team sanitario. Il team di INTERSOS che si occupa di educazione sta continuando il lavoro di riabilitazione di 8 scuole e, in coordinamento con gli insegnanti, sta monitorando l’utilizzo delle piattaforme di e-learning  per ogni bambino registrato nelle scuole che supportiamo. Sempre in coordinamento con insegnanti e presidi abbiamo creato un team di insegnanti volontari e organizzato delle lezioni a domicilio per gli studenti più fragili. Abbiamo inoltre riconvertito le attività di protezione continuando a seguire telefonicamente i casi vulnerabili presi in carico prima dell’emergenza e, grazie al supporto di volontari, abbiamo potuto individuare e seguire nuovi casi. Da giugno è stato possibile riprendere le attività di sostegno economico e il supporto legale, che per il momento funziona a capacità ridotta a causa delle restrizioni ancora in corso. Inoltre, INTERSOS ha distribuito dignity kit nei campi per sfollati interni di Jeddah 1 e Jeddah 5.

HIGHLIGHTS

90.135

persone raggiunte dalle attività di sensibilizzazione sul rischio relativo al COVID-19

10

strutture sanitarie supportate con attività di formazione per la prevenzione e il trattamento del COVID-19

85

professionisti sanitari formati

2.859

dignity kit distribuiti

CONTESTO

 

Il sistema sanitario iracheno è gravemente a corto di risorse e non adatto a rispondere a un’emergenza medica su larga scala, in particolare ai bisogni di chi vive nei campi sfollati. Considerate le limitate risorse sia in termini di forniture che di personale medico, la risposta si basa principalmente su azioni e misure preventive. A fine settembre i contagi nel Paese hanno superato i 358 mila casi confermati, con un aumento del 34,4% rispetto all’inizio del mese. Baghdad è il governatorato più colpito. I blocchi che impediscono i movimenti tra i governatorati sono stati interrotti alla fine di giugno, ma i movimenti da un governatorato all’altro sono stati limitati al fine di prevenire lo scoppio della pandemia COVID-19, soprattutto dai governatorati nel sud e nel centro dell’Iraq. I servizi pubblici e privati ​​essenziali stanno riprendendo a capacità ridotta e le mascherine sono obbligatorie. Le scuole sono chiuse da febbraio, molte famiglie hanno perso i propri mezzi di sussistenza e molte strutture sanitarie nelle aree remote, mancano di materiale medico e farmaci. Continuano gli attacchi aerei al confine con la Turchia.