Afghanistan: l'unica scelta è rimanere
Credits: INTERSOS/Nava Jamshidi
L’Afghanistan continua a fare i conti con le conseguenze di quattro decenni di crisi e conflitti. Diversi fattori concorrono ad aggravare la crisi umanitaria nel Paese: la crisi economica, la siccità e altri problemi legati ai cambiamenti climatici esacerbano le fragilità legate alla lunga instabilità interna e all’isolamento internazionale. Si stima che nel corso del 2024 saranno 23,7 milioni le persone che avranno bisogno di assistenza umanitaria, più della metà della popolazione afghana. Con il sostegno dell’Unione Europea, INTERSOS sta facendo fronte ai bisogni di salute e protezione delle persone più vulnerabili.
Presente nel Paese dal 2001, INTERSOS ha una lunga esperienza di lavoro in Afghanistan con tre uffici operativi: Kabul, Kandahar e Qalat, che coprono i bisogni di 3 province e 7 distretti, concentrando l’intervento su aree remote e difficilmente raggiungibili, dove i bisogni delle persone sono in continuo aumento e dove decenni di conflitti hanno compromesso l’accesso ai servizi essenziali. In un contesto operativo complesso, nel quale è essenziale mantenere la centralità di un approccio fondato sui principi umanitari, il nostro impegno è rimanere nel Paese e garantire l’accesso all’assistenza di tutta la popolazione, in particolare donne e ragazze.
La crisi umanitaria in Afghanistan è una delle più gravi al mondo. Le Nazioni Unite riportano che oltre la metà della popolazione affronta gravi problemi di sicurezza alimentare, con bambini e donne particolarmente vulnerabili. Il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP) ha stimato che entro la fine del 2022 il numero di persone che vivono in povertà in Afghanistan è cresciuto fino a 34 milioni, un aumento di 15 milioni rispetto al 2020. La situazione è particolarmente grave nelle aree più remote, dove l’accesso umanitario è limitato e le risorse sono ancora più scarse.
In un paese che continua a dipendere da decenni dall’assistenza umanitaria, molti afghani sono stati costretti a ridurre la quantità e la qualità dei consumi alimentari, ad abbandonare le cure mediche, a vendere i beni di famiglia. E’ aumentato il lavoro minorile, molte persone hanno dovuto richiedere prestiti in misura sempre maggiore e in alcuni casi si è arrivati alla vendita degli organi.
Per far fronte a questa crisi umanitaria estremamente complessa, la strategia di INTERSOS è quella di affrontare prioritariamente i problemi umanitari più urgenti come la diffusa insicurezza alimentare e la malnutrizione, che colpisce soprattutto i bambini e le donne, la mancanza di accesso all’assistenza sanitaria – alcune aree rurali si trovano infatti a più di due ore dalla struttura sanitaria più vicina – e i problemi legati alla protezione umanitaria di singole persone o categorie esposte a diverse forme di vulnerabilità ed esclusione, e per questo più a rischio di subire danni fisici e psicologici.
Proprio per rispondere al meglio a bisogni individuali spesso complessi e stratificati, nei nostri progetti applichiamo un approccio integrato ai servizi di nutrizione, salute e protezione, con particolare attenzione alle donne e ai bambini, che nelle comunità vulnerabili e nelle zone difficili da raggiungere non dispongono di altri servizi. L’assistenza sanitaria in questi contesti sensibili rappresenta infatti, molto spesso, un punto di ingresso per avviare attività di assistenza psicologica e di protezione umanitaria, come ad esempio servizi legati alla violenza di genere (GBV). I servizi di protezione, a loro volta, possono facilitare l’ingresso a screening medici e migliorare quindi l’accesso delle persone ai servizi di cui hanno bisogno.
Malnutrizione e assenza di cure
Secondo la classificazione IPC – Integrated Food Security Phase Classification, che delinea l’insicurezza alimentare in cinque fasi distinte (minima/nessuna, stressata, crisi, emergenza, catastrofe/fame) – si stima che 15,8 milioni di persone si trovano oggi a livello di crisi, con milioni di persone che soffrono di malnutrizione acuta, in particolare i bambini sotto i cinque anni, le donne incinte e quelle che allattano. L’accesso all’assistenza sanitaria di base nel Paese è limitato, a causa della grave carenza di strutture e materiale medico, e dal poco personale sanitario.
I gruppi vulnerabili, in particolare donne, bambini e sfollati, sono a maggior rischio di morbilità e mortalità a causa della precaria assistenza materno-infantile, difficoltà di accesso alle vaccinazioni e alle terapie per le malattie trasmissibili, con una stima di 17,9 milioni di persone che necessitano di cure. INTERSOS fornisce assistenza sanitaria alla gravidanza e supporto ai parti sicuri per le donne: le nostre ostetriche, nell’ambito del progetto finanziato dall’Unione Europea hanno assistito al parto 7.920 donne.
13.695
Donne in gravidanza hanno partecipato a sessioni di assistenza prenatale
34.089
Persone sottoposte a screening per la malnutrizione
264.000
Consultazioni di salute primaria
7.920
Parti assistiti
Credits: INTERSOS/Martina Martelloni
106.087
persone raggiunte da attività di protezione umanitaria
794
Bambini e bambine frequentano spazi sicuri
8.660
Sessioni di supporto psicosociale
Violenza di genere e sfruttamento minorile
Inoltre, in Afghanistan ci sono ancora oggi altissimi numeri di sfollati, rischi di violenza di genere, lavoro minorile e presenza di mine e ordigni esplosivi. Si stima che nel Paese 20,8 milioni di persone necessitino di servizi di protezione umanitaria. A questo proposito, l’intervento di INTERSOS ha offerto supporto a coloro che si trovano ad affrontare le maggiori vulnerabilità dovute al conflitto e allo sfollamento nell’Afghanistan meridionale.
Grazie al sostegno dell’Unione Europea, abbiamo raggiunto 106.087 persone vulnerabili con attività che spaziano dalla gestione dei casi per persone sopravvissute alla violenza di genere (GBV), alla protezione dei bambini e delle persone con diverse vulnerabilità (Persons with Special Needs), tra cui figurano persone con disabilità, condizioni mediche croniche, anziani e donne a rischio. Attraverso la creazione di centri di protezione familiare, INTERSOS ha garantito supporto psicosociale (PSS), assistenza legale e attività di sensibilizzazione per le comunità.
L’integrazione dei servizi di protezione nelle attività sanitarie e nutrizionali mira a garantire un approccio olistico per salvaguardare la dignità, la sicurezza e i diritti delle popolazioni più a rischio. In particolare, INTERSOS affronta le crescenti sfide in termini di assistenza sanitaria e malnutrizione tra le popolazioni vulnerabili nelle province di Kandahar e Zabul. Forniamo servizi essenziali che includono l’assistenza sanitaria primaria e secondaria, coprendo diverse esigenze, dalla salute sessuale e riproduttiva al supporto nutrizionale.