Il 2025 si prospetta come un anno critico per le crisi umanitarie globali, con 305 milioni di persone che in tutto il mondo avranno bisogno di assistenza urgente. In un quadro già preoccupante di finanziamenti insufficienti, gli Stati Uniti hanno deciso di sospendere temporaneamente le erogazioni di aiuti esteri, ma si teme un taglio complessivo che metterebbe a rischio milioni di persone vulnerabili.

 

L’escalation dei conflitti, la crisi della sicurezza alimentare pervasiva, gli effetti devastanti del cambiamento climatico e gli sfollamenti di massa dipingono un quadro desolante per l’anno a venire. Si prevede che la regione dell’Africa sud-orientale sarà la più colpita, ospitando 85 milioni di persone bisognose, con la sola crisi sudanese che rappresenta il 35% di questo totale. Il Medio Oriente e il Nord Africa seguono a ruota, con 59 milioni di persone che richiedono aiuti urgenti. 

Il 2024 ha visto livelli di violenza e sfollamento senza precedenti e, senza un’azione immediata, il 2025 minaccia di essere ancora più catastrofico. Il numero di persone sfollate con la forza è aumentato per dodici anni consecutivi, raggiungendo quasi 123 milioni a metà del 2024. La crisi globale di insicurezza alimentare è altrettanto allarmante e colpisce oltre 280 milioni di persone ogni giorno, esacerbata da conflitti e sfollamenti. Inoltre, circa 400 milioni di bambini, circa uno su cinque in tutto il mondo, vivono o fuggono da zone di conflitto. La minaccia incombente del cambiamento climatico, con il mondo che si avvicina alla soglia di riscaldamento di + 1,5ºC, aggrava ulteriormente queste sfide, aumentando la frequenza e l’intensità dei disastri naturali.

All’aumentare dei bisogni, tuttavia, non corrispondono purtroppo maggiori finanziamenti per gli aiuti umanitari. In un quadro già preoccupante di finanziamenti insufficienti, Il governo americano ha deciso di sospendere le erogazioni di aiuti esteri per un periodo di revisione di 90 giorni e di bloccare i programmi di assistenza estera in corso, privando milioni di persone della possibilità di ricevere aiuti salvavita. Sebbene si tratti di uno scenario in continua evoluzione, la preoccupazione più grande è che questo stop si traduca in un taglio complessivo dei finanziamenti da parte degli Stati Uniti dopo il periodo di revisione, con un impatto devastante sulla realtà umanitaria in tutto il mondo, dal momento che Il 43% del finanziamento totale per l’aiuto umanitario viene oggi dagli Usa.

 

Le crisi prioritarie per INTERSOS

In questo scenario complesso e volatile, INTERSOS ha identificato diverse crisi prioritarie che richiedono sforzi immediati nel 2025. 

 

Africa

In Sudan, senza una risoluzione politica in vista, si prevede che il conflitto continuerà. In quasi due anni di conflitto, più di 11,7 milioni di persone hanno abbandonato le proprie case per fuggire dalle violenze e la fame ha raggiunto livelli catastrofici, con 25,6 milioni di persone in condizione di insicurezza alimentare, di cui 8,5 milioni sono in fase di emergenza.

INTERSOS si sta concentrando sull’ampliamento delle operazioni per fornire assistenza in modo efficace e sicuro, rafforzando la nostra capacità di risposta, espandendo il nostro team e sviluppando  partnership strategiche. Una priorità fondamentale per INTERSOS rimarrà poi il Sahel, dove instabilità politica, conflitti, violenza e insicurezza alimentare causano sempre più sfollamenti forzati e un aumento dei bisogni di protezione, con gli effetti del cambiamento climatico che acuiscono ulteriormente le tensioni tra comunità in lotta per le scarse risorse disponibili. Qui miriamo a migliorare le nostre capacità di accesso per raggiungere le comunità più vulnerabili. L’ondata di violenza che sta travolgendo in questi mesi la Repubblica Democratica del Congo, non fa altro che aggravare una delle più complesse crisi umanitarie al mondo e una crisi di protezione di dimensioni allarmanti. Nel 2025, INTERSOS lavorerà per rafforzare la sua presenza nel Paese, in particolare nei settori della protezione, della salute, della sicurezza alimentare e dell’accwsso all’acqua e ai servizi igienici.

 

Medio Oriente

La fine del 2024 ha visto modificarsi radicalmente gli scenari in Medio Oriente. In Siria, dopo 14 anni di conflitto, instabilità sistemica, collasso economico e crisi umanitarie, la caduta  del regime di Bashar al-Assad ha inaugurato un periodo di cambiamenti senza precedenti. Il clima politico imprevedibile nel Paese richiede un approccio flessibile e per questo INTERSOS si sta preparando a vari scenari, tra cui potenziali ritorni di rifugiati e il rischio di nuovi conflitti. In Libano, invece, grazie all’accordo di cessate il fuoco, molte persone sono tornate nelle loro case o hanno iniziato a ricostruirle, sebbene le forze armate israeliane non si siano ancora ritirate da diverse aree del Paese e si siano susseguite fin dall’inizio violazioni dei termini dell’accordo. Anche con un cessate il fuoco in atto, la situazione in Libano rimane tuttavia fragile e il potenziale afflusso di rifugiati siriani di ritorno potrebbe cambiare drasticamente il panorama umanitario. INTERSOS sta lavorando per rafforzare la sua presenza anche in Yemen, dove la crisi umanitaria non accenna a diminuire e saranno 19,5 milioni le persone che avranno bisogno urgente di aiuti nel 2025, oltre un milione in più rispetto al 2024. Le scelte statunitensi rischiano inoltre di aggravare pesantemente la situazione, dal momento che oltre il 50% dei programmi di aiuto nel Paese erano fin ora finanziati da contributi americani.  

 

Asia

Altri due contesti che resteranno centrali nell’operatività di INTERSOS nel 2025 sono l’Afghanistan e l’Ucraina.  In Afghanistan, quattro decenni di conflitti e crisi hanno dato origine a una delle più gravi crisi umanitarie al mondo, con milioni di persone che vivono in povertà, metà della popolazione che non ha adeguato accesso al cibo e un sistema sanitario completamente distrutto. INTERSOS, operativa nel Paese dal 2001, può contare su una forte presenza sul territorio e programmi consolidati di sicurezza alimentare e accesso alle cure.  In Ucraina, invece, è probabile che a seguito delle elezioni statunitensi il conflitto in corso si evolva: i potenziali negoziati di pace già prospettati potrebbero paradossalmente portare a un intensificarsi dei combattimenti, con l’obiettivo di ognuna delle due parti di rafforzare le proprie posizioni. INTERSOS si sta preparando per un aumento delle attività in prima linea e vicino alla prima linea.